Queen Rania’s Interview with Corriere della Sera

January 28, 2025

Queen Rania Al Abdullah of Jordan will participate in the World Summit on Children’s Rights, which Pope Francis is convening on February 3, 2025, at the Vatican. Her remarks are scheduled for the first panel of the day.

What is the most pressing issue facing children today? What should governments do?

Every child is born with the same right to life, health, and safety. These rights are not subjective or political; they are fundamental human rights. Yet, the biggest obstacle to children’s wellbeing today is that these rights are not equally applied.

Many boys and girls around the world are unjustly denied the protections to which they are entitled. Their suffering should break all our hearts, whether they are in Palestine, Lebanon, Sudan, Haiti, Ukraine, or anywhere else. Yet, many people withhold their compassion based on race, faith, or nationality.

Governments have a collective responsibility to safeguard the world’s children. That begins by recognizing all young people’s rights, respecting international law, and holding those who harm children accountable. The world needs to do better.

Since becoming Queen of Jordan, you have worked to revitalize schools, empower women, and improve child and family protection services. You also established the Queen Rania Foundation for Education and Development (QRF). Are you satisfied with the progress?

Education reform is an ongoing process. There is always room for improvement. Jordan’s education sector has faced challenges in recent years, such as accommodating refugee children from neighboring countries into public schools and switching to remote learning during the pandemic. Still, our ambitions for Jordanian children are limitless.

Education is about more than just test scores or workforce readiness; it is about fostering generations that can come up with creative solutions for the world’s problems. In our ever-changing world, we need to constantly reinvent education from the ground up, and make the most of emerging technologies, including AI.

You recently issued a heartfelt appeal for the children of Gaza. Does this ceasefire bring a glimmer of hope?

For the past 15 months, the people of Gaza have been holding their breath, focused solely on keeping their families alive. The ceasefire has allowed them to catch their breath – but I’m sure the hope and relief they feel is accompanied by a sense of grief.

Israel has killed tens of thousands of boys and girls, and survivors are now dealing with lost loved ones, malnourishment, life-long injuries, learning loss, and psychological trauma. Their homes, schools, and neighborhoods have been reduced to rubble. They are still in desperate need of protection.

Some people prefer not to think about Palestinian children’s pain. Some even try to justify it. But a child is a child, and the world has failed Palestinian children over and over again. The global community must move quickly to end their suffering.

Last year, you became a grandmother. Has this new experience changed you in any way? What are your hopes for your grandchild and their parents?

Being around little Iman is a reminder of just how precious all children are and of what really matters. I find it hard to drag myself away from her, and I look forward to our video calls when I am travelling for work!

I have gained a new appreciation for the simple joys in life since little Iman came along. I am also so proud seeing Al Hussein and Rajwa enter this stage of life. They are wonderful parents, and are relishing their new roles.

Who inspires you? Who are your role models?

I am most inspired by ordinary people who show extraordinary courage and compassion. That is why I cherish my meetings with Jordanians working behind the scenes to uplift others, whether they are educators, social workers, entrepreneurs, or devoted parents. And, in recent months, I have been in constant awe of health workers in Gaza, who have braved Israeli airstrikes and the risk of unlawful detention to care for the injured. Despite being hungry, displaced, and exhausted, they kept showing up for their people. Their selflessness under fire is an example to us all.

You will participate in the World Summit at the Vatican. What do you expect from this significant event?

There is no one more worthy of our protection than our children; yet our world is failing to live up to this duty. Last year was one of the worst on record for children in conflict zones. Over 473 million children were impacted by war; if they resided in a single country, it would be the third most populous on Earth!

So, there is much work to be done. And I am thankful to His Holiness Pope Francis for convening this summit to bring together many different perspectives. He has long been a champion of children’s rights, and I greatly admire his efforts to put the wellbeing of children at the forefront of the world’s priorities.

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Italian version:

La regina Rania Al Abdullah di Giordania sarà tra gli invitati al World Summit che papa Francesco ha convocato per il 3 febbraio in Vaticano sui diritti del bambini nel mondo. Da sempre impegnata su questo fronte, il suo intervento è previsto nel primo panel della giornata.

Qual è, tra i tanti, il problema più urgente di oggi sull’infanzia? Cosa dovrebbero fare i Governi?
Ogni bambino nasce con lo stesso diritto alla vita, alla salute e alla sicurezza. Questi diritti non sono soggettivi o politici; sono diritti umani fondamentali. Tuttavia, il più grande ostacolo al benessere dei bambini oggi è che questi diritti non sono applicati in modo equo. Molti ragazzi e ragazze in tutto il mondo sono ingiustamente privati delle protezioni a cui hanno diritto. La loro sofferenza dovrebbe spezzare il cuore a tutti noi, che siano in Palestina, Libano, Sudan, Haiti, Ucraina o altrove. Tuttavia, molte persone manifestano la loro compassione in modo diverso, in base alla razza, alla fede o alla nazionalità. I governi hanno la responsabilità collettiva di proteggere i bambini del mondo, riconoscendo i diritti di tutti loro, il rispetto del diritto internazionale e far sì, che coloro che fanno del male ai bambini, rispondano delle proprie azioni. Il mondo deve fare di meglio.

Da quando è regina di Giordania è intervenuta su scuola, empowerment delle donne, servizi per infanzia e famiglie. E ha creato la Queen Rania Foundation for Education and Development (Qrf). È soddisfatta?
La riforma dell’istruzione è un processo in continuo miglioramento. Il settore dell’istruzione in Giordania ha affrontato sfide negli ultimi anni, come l’accoglienza dei bambini rifugiati dai paesi vicini nelle scuole pubbliche e il passaggio all’apprendimento a distanza durante la pandemia. Tuttavia, le nostre ambizioni per i bambini giordani sono illimitate. L’istruzione non riguarda solo i voti dei test o la preparazione al mondo del lavoro; si tratta di coltivare generazioni capaci di trovare soluzioni creative ai problemi del mondo. In un mondo in continua evoluzione, dobbiamo aggiornare costantemente l’istruzione e sfruttare al massimo le tecnologie emergenti, compresa l’IA.

Recentemente ha rivolto un appello per i bambini di Gaza. Crede che la tregua possa aprire uno spiraglio di speranza?
Negli ultimi 15 mesi, la popolazione di Gaza ha trattenuto il respiro, concentrandosi esclusivamente sul mantenere in vita le proprie famiglie. Il cessate il fuoco ha permesso loro di riprendere fiato - ma sono sicura che la speranza e il sollievo che provano siano accompagnati da un senso di dolore. Israele ha ucciso decine di migliaia di ragazzi e ragazze, e i sopravvissuti stanno ora affrontando la perdita di persone care, la malnutrizione, ferite permanenti, perdita dell’apprendimento e traumi psicologici. Le loro case, scuole e quartieri sono stati ridotti in macerie. Hanno ancora un disperato bisogno di protezione. Alcune persone preferiscono non pensare al dolore dei bambini palestinesi. Alcuni cercano persino di giustificarlo. Ma un bambino è un bambino, e il mondo ha deluso ripetutamente i bambini palestinesi. La comunità globale deve agire rapidamente per porre fine alla loro sofferenza.

Lo scorso anno è diventata nonna. Questa esperienza l’ha cambiata in qualche modo? Che cosa spera per sua nipote e per i genitori?
Stare con la piccola Iman mi ricorda quanto siano preziosi tutti i bambini e ciò che conta davvero. Trovo difficile staccarmi da lei e non vedo l’ora di fare le nostre videochiamate quando sono in viaggio per lavoro! Ho imparato ad apprezzare di più le semplici gioie della vita da quando è arrivata la piccola Iman. Sono anche molto orgogliosa di vedere Al Hussein e Rajwa cominciare questa nuova fase della vita. Sono genitori meravigliosi e si stanno godendo i loro nuovi ruoli.

A chi si ispira? Chi sono i suoi modelli?
Sono maggiormente ispirata dalle persone comuni che mostrano coraggio e compassione straordinari. Ecco perché tengo agli incontri con i giordani che lavorano dietro le quinte per sostenere gli altri, che siano educatori, assistenti sociali, imprenditori o genitori devoti. E, negli ultimi mesi, sono rimasta costantemente in soggezione davanti agli operatori sanitari a Gaza, che hanno affrontato i bombardamenti aerei israeliani e il rischio di detenzione illegale per prendersi cura dei feriti. Nonostante la fame, lo sfollamento e la stanchezza continuavano ad essere presenti per la loro gente. Il loro altruismo sotto il fuoco è un esempio per tutti noi.

Lei parteciperà al World Summit in Vaticano. Cosa si aspetta da questo significativo evento?
Non c’è nessuno più meritevole della nostra protezione se non i nostri bambini; eppure il nostro mondo non riesce ad essere all’altezza di questo dovere. L’anno scorso è stato uno dei peggiori mai registrati per i bambini nelle zone di conflitto. Oltre 473 milioni di bambini sono stati colpiti dalla guerra; se tutti loro vivessero in un unico paese, sarebbe il terzo più popolato della Terra! Quindi, c’è molto lavoro da fare. Sono grata a Sua Santità Papa Francesco per aver convocato questo Summit per riunire diverse prospettive. Sua Santità è stato a lungo un difensore dei diritti dei bambini, e ammiro molto i suoi sforzi per mettere il loro benessere al centro delle priorità mondiali.

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